Giro del mondo in tanti giorni!
Un viaggio al ritroso nella storia
E allora io...
…al freddo e con il buio
Perchè soffrire?
Lettere da... intorno al mondo
Non è un viaggio, ma un’esigenza!
Il giorno in cui Vitus Bering sconfisse John Wayne
La caccia
L’estasi di un consumista e la sindrome dell’eschimese
La valigia
Ditemi a che ora tramonta il sole
8 x 5
Ma perchè lo sponsor?

Perchè soffrire?

Non sarò “turista sacco a pelo”, in quanto non ritengo che il mondo lo si debba necessariamente vedere “in scomodità”. È molto diffusa “l’esaltazione della sofferenza”, infatti raccontare quanto si è patito per arrivare alla città X o andare a vedere il sito archeologico Y, rende la storia più fascinosa. Ho ascoltato tante storie di “scippi”, di dissenterie, insolazioni, raffreddori dovuti all’aria condizionata “a palla”; insomma alla fine il punto centrale non era la bellezza del luogo visitato o delle persone incontrate, ma la difficoltà di reperire un’aspirina o ottenere il duplicato del passaporto. Pochi tengono conto del fatto che anche a Zurigo ci sono i ladri e il mal di testa non rende più esaltante la visita alle rovine di Machu Pichu. La scienza poi ha fatto miracoli!
Per quel che mi riguarda, dopo essere stato in giro tutto il giorno, tornare in una confortevole stanza d’albergo, farsi una doccia e poi scendere al bar per bere un gin & tonic prima di cena è stato sempre un piacevole rituale a cui mi sono attenuto e che consiglio. Non sempre però è stato possibile, e a volte mi sono dovuto portare dietro polvere e sudore per molti giorni o accontentarmi di una improbabile bevanda gassata in una hall d’albergo frequentata, nel migliore dei casi, più dalle mosche che dalle persone. Senza arrossire confesso che al martirio della sofferenza, preferisco l’estasi del comfort. Inoltre, ritengo che non sia indispensabile essere Indiana Jones o saper condurre un camion per attraversare il deserto del Gobi.