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Tutto è bene quel che finisce male |
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Moses Lake,
14 Marzo 2007 |
Patrick amore mio,
…
Sono stanca Patrick, stanca di vederci ogni tanto quando sei di
servizio sulla Autostrada 90 e ti fermi a mangiare un frettoloso
boccone qui alla stazione di servizio di Moises, stanca di aspettare
che il tuo week end libero coincida con il mio e di starcene poi
rintanati nella stanza del piano di sopra di casa tua, attenti
ad ogni sospiro ed ogni colpo di tosse. Sono stanca di essere
accolta da tua madre con quel sorriso falso come i suoi denti
:
“Oh Ghabilene benedetta ragazza come sono contenta di
vederti, ma perché non vieni più spesso?“.
Però la domenica mattina, quando ci costringe a fare quelle
micidiali colazioni al colesterolo con l’unico intento di
ucciderci già comincia a dare segni di impazienza:
“Ghabilene a che ora hai detto che devi andare via?
ah non l’hai detto? mi sembrava. Patrick potresti accompagnarmi
dal signor Rosenthal oggi pomeriggio? Lo sai che abbiamo la solita
partita a ramino”
…
Insomma, io credo che potremo affrontare gli inevitabili imprevisti
senza patemi d’animo. Inoltre non è detto che non
venga accettata una delle tante domande che hai fatto per i servizi
di sicurezza di quelle banche in Florida, anzi io sento che accadrà
presto qualcosa e che la nostra vita cambierà: hai i requisiti
e l’esperienza e magari poi verrai chiamato a fare lo sceriffo
in una piccola isola come nel film “Lo squalo”.
Ma ti prego fà che noi due si possa finalmente iniziare
a sognare e non invece, grazie a tua madre, continuare a sopravvivere
in un incubo.
Ora buona notte amore mio, la per sempre tua
Ghabilene
P. S. Ti sei ricordato di farti dare i biglietti per la finale
di basket? Ci tengo lo sai.
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Spokane, 17 Marzo 2007
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Ghabilene,
...
Un week end è fatto di un venerdì sera dove a tavola,
tra le urla e gli strepiti dei bambini, dovevo ascoltare adorante
i suoi successi o comprensivamente consolare le sue sconfitte
e di un sabato con le camicie da lavare la mattina e da stirare
il pomeriggio. La sera poi il solito party dai soliti amici, con
le donne a spettegolare da una parte e gli uomini a parlare di
donne dal lato opposto. La domenica mattina la funzione in chiesa
e a seguire un faticoso pranzo e poi il pomeriggio piegare ancora
una volta camicie e pantaloni dentro la valigia mentre lui se
ne stava di là a russare di fronte al televisore, sino
a quando finalmente scompariva con la sua auto dietro la prima
curva mentre io sulla porta di casa insieme ai bambini gli facevamo
”ciao ciao”.
Un week end è fatto di frettolosi momenti di “amore”
senza la tenerezza “del dopo” e senza la
passione “del prima…
…
Andrò via finalmente da Spokane, questa città che
io detesto quanto voi due l’adoravate.
L’ho sempre considerata una via di mezzo tra una copia mal
fatta di Camelot ed un incubo del Mago Oz, con la sua disordinata
architettura dove guglie e pinnacoli si innalzano accanto a ciminiere
e vecchie case con quegli insopportabili mattoncini rossi, con
i suoi variopinti cavallucci da giostra disseminati dovunque,
con i suoi abitanti che camminano sospesi a mezz’aria dentro
tunnel di vetro che uniscono parcheggi a grandi magazzini al riparo
dal sole e dalla neve. Una città ricca come lo sono io
attualmente, una città colta come lo è sempre stato
Bill, un posto dove alla Libreria Liberty si va per comprare e
non per incontrare. Una città dove il fiume, l’importante
snodo ferroviario, l’Università di Stato ne hanno
fatto la fortuna in passato e la stanno accrescendo oggi.
…
Ora sono felice per me e Bill di quella vita che ci aspetta in
qualche posto caldo del sud probabilmente Miami, dove in riva
all’oceano ce ne staremo a bere con i piedi nell’acqua
una Pina Colada aspettando che il sole tramonti il più
tardi possibile.
…
Aurora
P. S.
...
Forse poi io e Bill ordineremo una seconda Pina Colada
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