Colori, mercanti e viaggiatori
Torshavn, Isole Faroe 21/04/2007
Padre e figli
Reykjavik 10/04/2007
Uomini e cose
New York 06/04/2007
Lettera all’Europa, lettera dall’Europa
Milwaukee 31/03/2007
Fuga da Fargo
Fargo 30/03/2007
I necessari cattivi della storia
Miles City 22/03/2007
Cose dell’altro mondo!
Missoula 19/03/2007
Tutto è bene quel che finisce male
Moses Lake 14/03/2007
Gunga e Din
Vancouver 13/03/2007
Ricordi senza rimpianti
Vancouver 09/03/2007
Lettere dal golfo
Jeneau 05/03/2007
Il tappo di Bering
Anchorage 25/02/2007
Quelli del mondo come allora
Petropavlovsk 21/02/2007
Arrivederci - Dasvidania
Vladivostok 18/02/2007
Lost
Lhasa 10/02/2007
Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai?
Pechino 06/02/2007
Mission impossible
Ulan Bator 02/02/2007
Una giornata particolare
Irkutsk 26/01/2007
Pizza connection
Ekaterimburg 21/01/2007
In viaggio con la zia
Alanaesk 20/01/2007
Una pallottola spuntata
Mosca 17/01/2007
Irina è andata via
San Pietroburgo 14/01/2007
Copenaghen: Wonderful?
Copenhagen 11/01/2007

 

Tutto è bene quel che finisce male

Moses Lake, 14 Marzo 2007

Patrick amore mio,

Sono stanca Patrick, stanca di vederci ogni tanto quando sei di servizio sulla Autostrada 90 e ti fermi a mangiare un frettoloso boccone qui alla stazione di servizio di Moises, stanca di aspettare che il tuo week end libero coincida con il mio e di starcene poi rintanati nella stanza del piano di sopra di casa tua, attenti ad ogni sospiro ed ogni colpo di tosse. Sono stanca di essere accolta da tua madre con quel sorriso falso come i suoi denti :
Oh Ghabilene benedetta ragazza come sono contenta di vederti, ma perché non vieni più spesso?“.
Però la domenica mattina, quando ci costringe a fare quelle micidiali colazioni al colesterolo con l’unico intento di ucciderci già comincia a dare segni di impazienza:
Ghabilene a che ora hai detto che devi andare via? ah non l’hai detto? mi sembrava. Patrick potresti accompagnarmi dal signor Rosenthal oggi pomeriggio? Lo sai che abbiamo la solita partita a ramino

Insomma, io credo che potremo affrontare gli inevitabili imprevisti senza patemi d’animo. Inoltre non è detto che non venga accettata una delle tante domande che hai fatto per i servizi di sicurezza di quelle banche in Florida, anzi io sento che accadrà presto qualcosa e che la nostra vita cambierà: hai i requisiti e l’esperienza e magari poi verrai chiamato a fare lo sceriffo in una piccola isola come nel film “Lo squalo”.
Ma ti prego fà che noi due si possa finalmente iniziare a sognare e non invece, grazie a tua madre, continuare a sopravvivere in un incubo.

Ora buona notte amore mio, la per sempre tua
Ghabilene

P. S. Ti sei ricordato di farti dare i biglietti per la finale di basket? Ci tengo lo sai.

 

Spokane, 17 Marzo 2007

Ghabilene,
...
Un week end è fatto di un venerdì sera dove a tavola, tra le urla e gli strepiti dei bambini, dovevo ascoltare adorante i suoi successi o comprensivamente consolare le sue sconfitte e di un sabato con le camicie da lavare la mattina e da stirare il pomeriggio. La sera poi il solito party dai soliti amici, con le donne a spettegolare da una parte e gli uomini a parlare di donne dal lato opposto. La domenica mattina la funzione in chiesa e a seguire un faticoso pranzo e poi il pomeriggio piegare ancora una volta camicie e pantaloni dentro la valigia mentre lui se ne stava di là a russare di fronte al televisore, sino a quando finalmente scompariva con la sua auto dietro la prima curva mentre io sulla porta di casa insieme ai bambini gli facevamo ”ciao ciao”.
Un week end è fatto di frettolosi momenti di “amore” senza la tenerezza “del dopo” e senza la passione “del prima…

Andrò via finalmente da Spokane, questa città che io detesto quanto voi due l’adoravate.
L’ho sempre considerata una via di mezzo tra una copia mal fatta di Camelot ed un incubo del Mago Oz, con la sua disordinata architettura dove guglie e pinnacoli si innalzano accanto a ciminiere e vecchie case con quegli insopportabili mattoncini rossi, con i suoi variopinti cavallucci da giostra disseminati dovunque, con i suoi abitanti che camminano sospesi a mezz’aria dentro tunnel di vetro che uniscono parcheggi a grandi magazzini al riparo dal sole e dalla neve. Una città ricca come lo sono io attualmente, una città colta come lo è sempre stato Bill, un posto dove alla Libreria Liberty si va per comprare e non per incontrare. Una città dove il fiume, l’importante snodo ferroviario, l’Università di Stato ne hanno fatto la fortuna in passato e la stanno accrescendo oggi.

Ora sono felice per me e Bill di quella vita che ci aspetta in qualche posto caldo del sud probabilmente Miami, dove in riva all’oceano ce ne staremo a bere con i piedi nell’acqua una Pina Colada aspettando che il sole tramonti il più tardi possibile.

Aurora

P. S.
...
Forse poi io e Bill ordineremo una seconda Pina Colada