Colori, mercanti e viaggiatori
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Padre e figli
Reykjavik 10/04/2007
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New York 06/04/2007
Lettera all’Europa, lettera dall’Europa
Milwaukee 31/03/2007
Fuga da Fargo
Fargo 30/03/2007
I necessari cattivi della storia
Miles City 22/03/2007
Cose dell’altro mondo!
Missoula 19/03/2007
Tutto è bene quel che finisce male
Moses Lake 14/03/2007
Gunga e Din
Vancouver 13/03/2007
Ricordi senza rimpianti
Vancouver 09/03/2007
Lettere dal golfo
Jeneau 05/03/2007
Il tappo di Bering
Anchorage 25/02/2007
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Petropavlovsk 21/02/2007
Arrivederci - Dasvidania
Vladivostok 18/02/2007
Lost
Lhasa 10/02/2007
Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai?
Pechino 06/02/2007
Mission impossible
Ulan Bator 02/02/2007
Una giornata particolare
Irkutsk 26/01/2007
Pizza connection
Ekaterimburg 21/01/2007
In viaggio con la zia
Alanaesk 20/01/2007
Una pallottola spuntata
Mosca 17/01/2007
Irina è andata via
San Pietroburgo 14/01/2007
Copenaghen: Wonderful?
Copenhagen 11/01/2007

 

Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai?

Pechino, 6 febbraio 2007

Caro Alfredo,

Ti ricordi di Ciu Ciu Mpai?
Si certo proprio lui quello con la divisa grigio topo di allora e la “scoppoletta” con la stella rossa sopra la visiera che durante il consueto ricevimento di ottobre all’ambasciata cinese di Roma, interrompeva quel poco dignitoso assalto al buffet e lasciando chi con uno spring roll a mezza bocca chi con un raviolo ancora nell’epiglottide, cominciava a sbraitare di “rivoluzione cultuale ….. Grande Timoniere …… Guardie Rosse…… trionfo sul capitalismo yankee e sui suoi cani da guardia …..”. Tante volte ci siamo chiesti quale ruolo ricoprisse effettivamente all’interno della misteriosa nomenklatura cinese, sicuramente non era il semplice addetto commerciale come appariva dal suo biglietto da vista e quei discorsi che relegavano l’ambasciatore a ruolo di semplice comparsa, erano la prova di una carica non ufficiale ma ben più importante.


Forse un giorno se Ti andrà mi dirai della sua storia.
Ora vado ad ingozzarmi di spring rolls, ravioli fritti, riso cantonese, maiale in agrodolce con germogli di bamboo nella certezza che nessuno se non la premura dei camerieri, interromperà la mia cena.

Ciao Francesco

 

Pechino, 7 febbraio 2007

Caro Francesco,
quando hai deciso di fare questo viaggio nostra madre e nostro padre mi hanno chiamato e mi hanno detto quella solita frase che mi perseguita da anni, “pensaci tu, in fin dei conti sei il fratello maggiore”. Ovviamente non e’ la prima volta e debbo dire fai il possibile affinché non me ne stia in pace a leggere.
Continui a scendere dai taxi senza guardare chi sta arrivando, scambi quattro allegri giovanotti in simpatici militari in licenza, e mi è toccato farli bere un po’ di più lasciando che si addormentassero ubriachi per evitare di venire a rapinarti come avevano progettato. Non parliamo poi dei mercati dove ti aggiri con la stessa tranquillità di quando vai al supermercato di Avigliano Umbro, litighi con i portabagagli di mezza Russia e di mezza Cina, te ne vai in vicoli e strade dove la gente di buon senso neanche pensa di andare: insomma non mi fai annoiare anche se a volte ne avrei proprio voglia. …

… ma sarà un po’ meno triste e sognerà di quei giorni quando con fierezza ogni mattina, infilandosi quella sempre sgualcita uniforme “grigio topo” si sentiva parte di “una grande illusione” che però la sua buona fede credeva fosse “semplicemente“ una rivoluzione.
Ti lascio alla Tua cena , però fammi un favore quando scendi dai taxi prima di spalancare la portiera guarda chi sta arrivando

Ciao, tuo fratello
Alfredo