La lega contro l’obesità infantile ha presentato il manifesto della nuova campagna pubblicitaria , sotto un gigantesco panino campeggia la scritta” Due minuti nella bocca … per l’eternità sui fianchi”.

Se in Canada percorrendo una qualsiasi strada vedete all’orizzonte un punto in movimento probabilmente si tratta solo di un orso o il più delle volte di un alce. Non accade spesso ma a volte succede …. potrebbe trattarsi anche di un’altra auto.

Non siate frettolosi nella lettura dei menù nei ristoranti, pretendente chiare spiegazioni sulla quella frase insidiosa “ conditi e caramellati con…” .
I  calamari fritti con sopra lo zucchero caramellato sono commestibili solo se si ha molta fame. 

La potente Coca Cola nella francofona provincia del Quebec, pena il crollo delle vendite, è stata costretta a sostituire il colore rosso degli arcinoti bicchieri di carta con su impresso il logo, in un più accattivante bianco accompagnato dal blu e rosso che ricordano tanto quelli della bandiera francese.

Senza neanche arrossire la maggior parte degli abitanti del Quebec ostenta i peggiori difetti dei francesi, mentre cerca di fare il possibile per nascondere  i pregi e le qualità dei canadesi.

Quando sono in viaggio è mia abitudine attraverso il fantastico mondo di internet mantenermi in contatto con i miei amici, così  attraverso le e- mail che ci scambiamo scopro dei lati sorprendenti del loro carattere. Vi sono gli “affettuosi”, i “ premurosi”, i “sorprendenti”, i “dialoganti”, gli “indifferenti” e poi vi sono i “sadici”; a questa ultima fortunatamente limitata specie, appartengono coloro che descrivono nei minimi particolari cosa mangeranno (loro) a cena, provocando degli incontrollabili effetti collaterali: una improvvisa quanto inutile eccitazione delle papille gustative, una  eccessiva salivazione ed una indomabile rivolta dei succhi gastrici alle prese con le continue " novità" delle cucina canadese.

I primi coloni che giunsero in Manitoba rimasero piacevolmente impressionati dal terreno così pianeggiante. Si racconta che un uomo con una buona vista poteva accorgersi dell’arrivo di un indiano a cavallo ad un giorno di distanza così aveva tutto il tempo per terminare di arare il campo, portare i muli nella stalla, cenare, giocare un po’ con i bambini prima di andare a  dormire. L’indomani mattina dopo colazione si sedeva a fumare la pipa sotto il portico poi senza fretta caricava il fucile giusto in tempo per freddare  l’indiano esausto, proprio mentre stava per saltare il recinto dei cavalli. Ed è da allora che tutti i nativi del Nord America quando vengono chiamati “il popolo delle grandi pianure” se ne hanno a male.

Se l’assenza di alternative genera il monopolio che a sua volta condiziona la dinamica dei prezzi, non meravigliatevi se in quel fangoso accampamento indiano  meglio conosciuto come Fort Liard nell’unico motel-emporio- farmacia- stazione di servizio nel raggio di 400 km, una poco gentile nativa vi offrirà una stanza a 200 $ e un posto letto a 150 $.
Scegliete il posto letto, nessun indiano vorrà mai dormire con a fianco un viso pallido … ancora non si fidano.

La strada da Yellowknife ad un tratto sui cartelli segnaletici cessa di chiamarsi “interstatale” e assume  il  pomposo nome di “autostrada”. Solo arrivati a Fort Nelson con alle spalle 600 km di pista  capirete che si tratta solo di una dichiarazione preventiva.

Diffidente sempre degli albergatori, si tratta di gente avida e senza riguardi. Prima di prendere possesso della stanza che vi viene magnificata verificate che:

A)     se  è all’ultimo piano controllate non sia sotto il motore dell’ascensore;

B)     se invece  è al piano terra  assicuratevi che sia lontano dalla scala di sicurezza in quanto utilizzata da vocianti bambini nel loro infaticabile rincorrersi o dai camionisti ubriachi  per trascinarsi in camera una recalcitrante conquista di una notte;

C)     negli altri piani basterà solo essere certi che si trovi lontano dalla onnipresente frequentatissima macchina del ghiaccio  e che la connessione internet funzioni.

Comunque sopportate i bambini  in quanto hanno genitori alti e grossi ma sopratutto non intervenite nella trattativa commerciale del camionista.

Se così, tanto per fare il simpatico, domandate quale sia la differenza tra un alce e un  caribù ad un signore  che è alla quinta birra e ha davanti a se un lungo inverno da passare …..  rassegnatevi oramai è fatta.

La prova d’amore che ogni uomo della costa ovest della British Columbia pretende dalla sua futura moglie non è “ quella “ tanto per intenderci, bensì l’essere accompagnato due volte l’anno (almeno) a pesca. Lei dovrà stare immobile seduta su di una roccia, se sarà estate a far da dessert alle zanzare stufe del solito sangue di alce se invece sarà fine autunno rischiando la caduta del naso o l’ipotermia totale. Dovrà guardarlo con occhi adoranti anche se in cuor suo farà il tifo per il pesce mentre lui, immerso sino al cintola nell’acqua, tenterà di catturare la preda che lo renderà famosi tra gli amici. Inoltre dovrà esultare per qualsiasi cosa l’intrepido pescatore riuscirà a prendere ed annuire qualsiasi cosa lui racconterà a chi incautamente gli chiederà “come è andata oggi”? Poi con il passare degli anni potrà finalmente dire: “ ma no caro io resto a casa …… andate vuoi uomini”. Sembra che il picco delle infedeltà coniugali lo si tocchi proprio durante la stagione di pesca.

Se guardando la targa New York della macchina che avete noleggiato vi faranno la solita battuta “sei molto lontano da casa” non tentate  di aggiungere lo stupore alla meraviglia rispondendo “no  vengo da più lontano dall’Europa, dall’Italia”. Per i più New York è un posto lontano televisivamente noto, l’Europa e l’Italia sono sconosciuti e lo sconosciuto non è lontano ma solo sconosciuto.

Se alla cameriera che vi porta le costolette di maiale che avete ordinato per cena dopo aver guardato attentamente il piatto dite “ma qui non c’è il caramello” con pronto entusiasmo verrete esauditi ma a questo punto consideratevi gastronomicamente perduti. Pertanto sin d’ora pensate a come disintossicarvi al vostro ritorno, alcuni sono riusciti ad uscire dal tunnel del caramello.

Non credete  al cameriere a cui in vena di follie avete ordinato una improbabile  bottiglia di pinot grigio dell’Oregon che vi bisbiglierà con l’aria complice: "è quello che io preferisco”

Non credete al gommista a cui chiedete se le gomme invernali che avete acquistato sono le migliori, dopo essersi guardato  intorno con aria circospetta vi confesserà sottovoce: “sono quelle che io uso”

Non credete all’albergatore falso come Giuda in confessione che consegnandovi la chiave della stanza vi dirà: ”è la nostra stanza migliore”

Non crediate  che sia sincera la premurosa cortesia della cameriera che non si stanca di domandarvi: “la cena è  di suo gradimento?”.

Non credete all’addetto filippino di una stazione di servizio alle prese con una sino a ieri sconosciuta neve, qualsiasi cosa vi dica.

Non credete in Manitoba a quel signore dall’aria apparentemente cortese a cui vi rivolgerete per una indicazione stradale che indicando l’orizzonte con aria ispirata vi dirà: “ sempre dritto sino alla prima curva”

Ma soprattutto non credete a quel barbiere che dopo avervi tagliato i capelli  con aria soddisfatta affermerà: “ così dimostra dieci anni di meno”

Il sottile fascino dell’adulazione è sempre in agguato.

Sembra che una recente statistica abbia certificato che in Canada il numero dei cartelli stradali che invitano l’automobilista a fare attenzione al passaggio  delle alci sia di gran lunga superiore alle alci stesse.

Per raggiungere il centro delle città canadesi di provincia è molto semplice. Lasciate alle vostre spalle l’accampamento indiano proseguite dritti sino al primo rivenditore di auto usate, andate ancora avanti sino al concessionario Ford  e lasciate alle vostre spalle quello Toyota, seguite  l’odore di olio d’auto bruciato e di gomme, rallentate appena avvertite  nell’aria l’inconfondibile profumo di pollo fritto e hamburger voltate a destra e dritti sino all’aroma del caffè; parcheggiate.

P.S. non importa da quale direzione arriviate