...ma io volevo andare in Africa
Ad ovest di St Louis
Solo ieri era settembre

 

 

 

… MA IO VOLEVO ANDARE IN AFRICA

Volevo andare in Africa!

Si certo volevo andare in Africa, in quell’affascinante continente meta delle ultime grandi esplorazione geografiche ripercorrendo gli itinerari dei grandi viaggiatori dell’800, intrecciandoli  con quello dei politici africani del secolo successivo, troppo presto dimenticati da un mondo poco interessato a leggere la storia preso com’è dalla consumistica visione  della violenza del quotidiano. Volevo andare in Africa e vedere se la foresta pluviale è ancora così verde come l’avevo lasciata e fermarmi sulle dune di quei deserti così belli che sono quasi impossibili da raccontare o perdermi nei mercati dove colori e odori si mescolano in un tutt’uno difficile da dimenticare.

Ma poi è arrivato quello che proprio non avevo previsto: il mio Editore mi ha inviato la prima copia del libro “Irina è andata via – lettere da intorno al mondo”.  Mentre rileggevo le   storie e guardavo le foto di quel mio viaggio, sfogliando le pagine quasi accarezzandole   con la stessa tenerezza ed emozione  che si prova nel tenere tra le braccia un figlio appena nato e a lungo desiderato, ho come avuto la sensazione di un qualcosa di ancora non finito, di lasciato  lì dall’altra parte dell’oceano Atlantico, negli Stati Uniti d’America….. un filo in attesa di essere riannodato e raccontato ancora.
Con il passare dei giorni  mi sono accorto che la carta geografica degli Usa, con quella apparentemente confusa e colorata  ragnatela di strade  con  le loro  misteriose numerazioni che partono da un posto e si perdono in un altro,  restava lì ad aspettarmi impaziente sulla scrivania dello studio in attesa di essere spiegazzata, consultata e alla fine ripiegata (mai allo stesso modo) incurante degli insulti della matita che tracciava itinerari momentaneamente immaginari solo per modificarli il giorno dopo; a quel punto ho capito che l’Africa della foresta pluviale, dei deserti e dei mercati avrebbe dovuto aspettare ancora.

E così andrò in America, negli Usa, negli Stati Uniti in quegli Stati del “wild west” a rincorrere storie e a portare via immagini di un mondo lontano dalla troppo nota direttrice “New York – Miami- Orlando- Los Angeles- con- una- scappatina- a- Las- Vegas”, andròdove non si ha ne  il tempo ne  la voglia di andare perché si pensa ci sia poco da vedere e poco da capire.

Inizierò il mio viaggio in autunno quando l’aria dell’Oregon profuma di mosto e il primo vento freddo che scende dal Montana soffia nelle pianure del Wyoming e tra i boschi dello Utah e del Dakota. Andrò  a vedere da vicino un paese che tra i residui dell’estate indiana, le prime nevicate, i  “dolcetto o scherzetto” di Halloween e il tacchino farcito del Giorno del ringraziamento sceglierà il suo nuovo Presidente, che  comunque vada sarà il Presidente di tutta una nazione  con cui il mondo intero dovrà in futuro confrontarsi.
E allora ??

Allora Africa aspettami e non volermene se ti ho messo momentaneamente da parte …

... lo sai che ti voglio bene.

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