….e alla fine,
Omaha, Nebraska - 25 settembre 2008
Caro Robert
è doveroso, arrivati a questo punto che io Ti ringrazi per avermi trascinato via da New York e dal nostro lavoro alla Kister & Brothers con un anno d’anticipo, ora saremmo stati inevitabilmente travolti dal diluvio e ci troveremmo seduti nel nostro appartamento a chiederci “perché ? come? che facciamo?” Invece nonostante le mie resistenze tu mi hai fatto capire che prima o poi la bolla sarebbe scoppiata e noi saremmo stati i primi ad essere licenziati. A nulla sarebbero valsi i nostri studi nella prestigiosa Università di Chicago e i pomposi master in finanza, nessuno avrebbe preso in considerazione il nostro curriculum, a nessuno sarebbe interessata la nostra serietà professionale. Non ero convinto e non lo sono stato per molte settimane ma poi anch’io ho firmato la lettera di dimissioni riuscendo a spuntare una buona uscita di tutto riguardo e delle referenze che valgono quanto lo sbadiglio di una mosca.
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Mi piacerebbe sapere se ora mentre sono in fila all’ ufficio di collocamento stanno scambiandosi ancora battute su di noi o chissà se mentre stanno riempiendo i moduli per il sussidio di disoccupazione hanno il tempo e la voglia di ridere.
Così quel luglio dello scorso anno, con la macchina stracolma di tutto quello che il nostro consumismo riteneva indispensabile per una vita minimamente accettabile, siamo partiti verso il nostro ovest per arrivare dopo una settimana, spensierati come due liceali in vacanza, a Council Bluffs quella specie di Las Vegas senza pretese dove è piacevole venirci per una sera ogni tanto ma impensabile viverci a meno che non si faccia il croupier o qualsiasi altro mestiere, lecito o illecito, che ruoti intorno al gioco d’azzardo.
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Con amicizia e con rimpianto tuo
Anthon |