Il prezzo della libertà
Des Moines, Iowa - 22 setembre 2008
Roger, mio insopportabile e finalmente ex marito
non temere, ti scrivo solo per manifestarti la mia soddisfazione e felicità per essere tornata una donna libera, libera da un uomo che una infatuazione giovanile, o se preferisci una necessità, ha trasformato in un fastidioso compagno di vita per ben 11 anni 12 mesi 4 giorni 8 ore e 23 minuti : il conteggio è esatto ed inizia dal quel mio incosciente “si lo voglio” pronunciato nella Chiesa Evangelica di Nichols road a Kansas City sino al battere del martello con cui il giudice John Morelli della Corte Federale mi restituiva al vivere, potendo così legalmente scrollarmi di dosso quel ridicolo “signora Wheezeman”.
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Torniamo indietro di qualche anno Roger, torniamo a quando io e te in assoluto il ragazzo e la ragazza più brutti di tutto il liceo Bowie di Kansas City siamo andati insieme al ballo di fine corso (nessuno dei due aveva alternative) e sui sedili posteriori della macchina di tuo padre, come nelle più classiche tradizioni americane, abbiamo entrambi perso la verginità. Che poi Tu abbia anche vomitato sul mio vestito ha contribuito a far si che quella serata sia in assoluto uno dei peggiori ricordi della mia vita.
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Hai ragione, a Des Moines non succede nulla come del resto in tutto lo Stato dello Iowa, abitato da agricoltori talmente accorti che neanche la tua abilità riuscirebbe a mettere nel sacco come eri solito fare, affibbiandogli quei fondi d’investimento dagli interessi solo apparentemente mirabolanti. Però una volta ogni quattro anni attraversiamo il nostro momento di popolarità, infatti è da qui che parte la corsa per colui che dovrà essere il futuro Presidente degli Stati Uniti, ma poi i riflettori del Grande Circo si spengono e il tempo continua a trascorre lento con la rassicurante monotonia di ogni giorno.
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Ti saluta la tua ora felice ex moglie
Margie
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